A TUTTI I REATINI DA PARTE DEL COMITATO NUOVO TRACCIATO: LA FERROVIA DELL’INGANNO E DEI GIOCHI SPORCHI

Cari Reatini,

come sicuramente saprete il territorio della nostra provincia è interessato dall’attraversamento di una ferrovia. Sì, proprio quella ferrovia di cui se ne parla da 150 anni e che da 150 anni politicanti di ogni risma hanno promesso per poi miseramente fallire, mostrando quindi grandi capacità nell’accaparrare voti e scarsissime nell’amministrare con saggezza e quindi dotare, ad esempio, il nostro territorio di qualcosa che sia utile. La storia si ripete. La storia degli scempi. Come gli scempi delle splendide mura di Rieti nel passato, scempi talmente criminali da essere penetrati nella memoria anche dei più giovani: sforacchiate, abbattute per far spazio alle speculazioni (e anche lì si usò a pretesto, guarda caso, una ferrovia), e poi le torri di porta Cintia, la distruzione di piazza Oberdan, che ben si sposa con lo scempio degli attuali imbocchi del parcheggio sotterraneo a ridosso delle mura, sfregio alla bellezza, sfregio alla già difficile viabilità, sfregio all’intelligenza.

Ma torniamo alla ferrovia. Vi ricordate? In campagna elettorale fu annunciata la mitica Ferrovia dei Due Mari… nome roboante, dagli echi futuristi, un’Opera con la O maiuscola. Rieti, finalmente, dopo duemila anni sarebbe dovuta tornare al centro degli scambi commerciali tra un mare e l’altro, e avrebbe trainato lo sviluppo dell’intera provincia. E finalmente sarebbe risorta Amatrice, Antrodoco… Insomma tutti noi abbiamo immaginato un gioiello di ferrovia, ipertecnologica, in grado di far viaggiare merci in sicurezza e velocità e in grado finalmente di risolvere gli annosi problemi dei pendolari, portandoli in un’ora scarsa nel cuore di Roma… e poi piccole stazioni intermedie per corse turistiche che avrebbero rivitalizzato luoghi tanto straordinari quanto depressi. Insomma la provincia di Rieti avrebbe vissuto uno straordinario “miracolo” economico, anzi una vera e propria “età dell’oro”.

Ma vediamo come sono andate le cose. Nel 2001 l’Opera viene inserita tra le Grandi Opere di interesse strategico nazionale, cioè nelle Opere della cosiddetta Legge Obiettivo. E qui, subito, la prima magagna: aspettavamo di leggere Ferrovia dei Due Mari e invece leggiamo Rieti-Roma, un misero pezzetto, abbiamo il dubbio che a Porto d’Ascoli non ci arriveremo mai, ma pensiamo che intanto è meglio di niente, che perlomeno qualcosa si muove nella giusta direzione, tanto che il CIPE stanzia circa 350 milioni di euro, cifra più che congrua per realizzare la ferrovia. Pensiamo pure che sarà velocissimo realizzarla, dal momento che la Terni-L’Aquila fu realizzata nel 1881 in due anni e mezzo e che ora le tecnologie di costruzione sono enormemente più efficienti… ci si impiegherà un anno scarso, pensiamo…

Parte la progettazione: un primo progetto preliminare, quello dell’Università Roma Tre, che costava 300 milioni di euro e che teneva conto dei piani regolatori dei vari comuni interessati dal tracciato, oltre a rispettare l’ambiente evitando il più possibile gallerie e viadotti, viene fatto fuori insieme all’assessore in Regione che lo aveva commissionato (Roma Tre lo fece “aggratis”, ndr). Il nuovo assessore incarica invece Italferr, società di RFI, che, pagata una barca di soldi (i nostri soldi, ndr) tira fuori nel 2003 un progetto preliminare della Rieti-Roma faraonico: tutto viadotti e gallerie e quindi dal costo improponibile di circa 800 milioni di euro e dai tempi di realizzazione inestimabili (diciamo almeno una ventina di anni se ci fossero tutti i soldi e se tutto dovesse procedere senza intoppi), e che sventra irrimediabilmente tutto il territorio. Ovviamente (sic!) tutti i nostri rappresentanti nelle istituzioni (Regione, Provincia e i vari Comuni) esprimono parere positivo, ad eccezione del Comune di Fara che lo boccia definendolo devastante, invitando Italferr a ripensare il percorso.

Italferr tiene conto del parere di tutti tranne di quello del Comune di Fara e produce a novembre 2005 il progetto definitivo dell’Opera. Ma qui sta il bello. In fase esecutiva il progetto ha riservato tutti i soldi previsti dal CIPE per la Rieti-Roma (49 km), cioè i circa 350 milioni di euro a disposizione, per il solo tratto Passo Corese-Osteria Nuova (22 km). I 22 km più costosi del mondo! La società di progettazione Italferr non ha nemmeno più previsto il tratto ulteriore Osteria Nuova-Rieti, che è letteralmente sparito dal progetto definitivo (che per molti sarebbe addirittura impossibile da realizzare dal momento che nel preliminare era previsto lo sfondamento in galleria delle Capore, sorgente di ampissima portata che alimenta Roma), lasciando così il capoluogo definitivamente senza ferrovia, e decidendo che la costruzione inizi da Passo Corese e prosegua in direzione Osteria Nuova… Mhmm… ma non dovevamo fare la Ferrovia dei Due Mari? Non dovevamo collegare Rieti dappertutto e far rinascere l’intera provincia? E non ci eravamo poi comunque accontentati della Rieti-Roma? Da notare l’ordine dei due luoghi: significa da Rieti a Roma, perché è Rieti che ha bisogno della prima pietra, è Rieti che deve uscire dall’isolamento, non Roma… Già il fatto che la prima pietra non si mette a Rieti spiega tutto…

Alcuni dettagli dell’Opera: un solo binario, senza stazioni intermedie, niente traffico merci, estensione della FM1 e il tempo di percorrenza record di 22 minuti da Osteria Nuova a Passo Corese, giusto in tempo per stare in un’ora (!) a Roma Tiburtina. Quindi cari pendolari Reatini, se parcheggiaste l’auto ad Osteria Nuova invece che a Passo Corese, allunghereste di ben 10 minuti il vostro attuale viaggio, interessante vero?. E se mai tra svariati decenni la ferrovia dovesse arrivare a Rieti sappiate che sarà praticamente impossibile impiegarci meno di un’ora e mezzo per arrivare a Roma: una vera TAV! La TAV dei Due Mari!

In questi due mesi Regione, Provincia e Comuni hanno riconosciuto che l’Opera, anzi l’Operetta, sarebbe da ripensare e che per Fara in Sabina il progetto è effettivamente devastante, ma hanno deciso di esprimere comunque parere favorevole al progetto definitivo, lasciando solo il nostro sindaco Tersilio Leggio ad opporsi e ad annunciare un ricorso del Comune al TAR. Pare che abbiano giustificato il non opporsi con il fatto che comunque l’Operetta è importante e che comunque tutti quei soldi è bene non perderli… Una classe politica senza classe, e oramai senza neanche più politica. La storia si ripete. Ancora una volta.

Quindi il progetto definitivo è stato approvato e sta per essere deliberato l’impegno di spesa, probabilmente con il CIPE del 24 marzo, si parla di uno stanziamento di 110 milioni circa, buoni per distruggere quello che ancora resta da distruggere, pagare qualche consulenza o provvigione e realizzare la prima Grande Opera Incompiuta della Sabina. Complimenti ai suonatori!

Ed ora veniamo a noi, al territorio di Fara in Sabina, che ospita oltre 14 km dei 22 da realizzare. Qui oltre 200 proprietari, a loro insaputa, hanno già subito vincoli sulle loro proprietà a causa di un piano degli espropri decisamente corposo, dovuto al fatto che il tracciato spezza in due l’area comunale, squarciando la zona più importante nella produzione dell’olio DOP della Sabina. La ferrovia attraversa, oltre agli uliveti, anche territori abitati sfiorando di pochi metri le case: dai 5 ai 20 metri dai binari per capirci (quelle centrate vengono invece espropriate per essere abbattute). Poi passa tra attività agrituristiche e imprenditoriali, luoghi di culto, siti archeologici e splendidi paesaggi millenari.

Le aziende a cui verranno appaltati i lavori opereranno poi ulteriori espropri, che al momento non siamo neanche in grado di prevedere. Gli espropri già previsti rendono comunque già l’idea di quello che sta per accadere, basti solo pensare al fatto che 5.000 ulivi tra secolari e di nuovo impianto verranno inesorabilmente tagliati (nell’antica Grecia era prevista la pena di morte per chi avesse tagliato anche un solo ulivo…, ndr).

Dei 14 km di ferrovia sul territorio di Fara in Sabina soltanto il 30% verrà costruito su rilevato o trincea. Verranno scavate oltre 5 km di gallerie e realizzati circa 4 km di viadotti. Ci saranno anche gallerie artificiali, in sostanza nuove colline destinate a modificare il paesaggio e il microclima, per oltre 1 km. I viadotti saranno ben 13, di cui 3 giganteschi, lunghi tra i 500 e i 700 metri di lunghezza, con altezze tra i 30 e i 40 metri, visibili da decine di chilometri. Altri 8 saranno lunghi tra i 100 e i 300 metri, di pari altezze e disseminati per tutto il percorso, alternati alle gallerie. I piloni dei viadotti avranno una sezione di oltre 5 metri e saranno in totale 156. Ciascun pilone appoggerà su una base di cemento sotterranea di circa 10 metri di lato e 4 di altezza e con fondamenta tra i 40 e i 50 metri.

È certo che le 156 perforazioni per le fondamenta dei piloni e i 5 km di gallerie scavate devieranno una gran parte delle falde acquifere, creando un dissesto idrogeologico senza eguali nella storia del territorio della provincia di Rieti, riducendo in secca pozzi, ruscelli e sorgenti un po’ in tutto il territorio del Comune di Fara in Sabina. Il tutto senza calcolare i riflessi sanitari e viari legati all’apertura dei tantissimi cantieri previsti e all’attività delle cave e delle discariche – di cui una ubicata sciaguratamente proprio sotto l’Abbazia di Farfa – con emissioni di polveri sottili e agenti inquinanti per oltre un decennio, oltre a un traffico incessante di mezzi pesanti su vie normalmente utilizzate per il traffico comunale e turistico.

E ci sarebbero tantissime altre cose da spiegarvi su questo nefasto progetto che distrugge completamente il nostro habitat così come lo conosciamo, compromettendo definitivamente ogni possibile sviluppo in ambito turistico, e che mette seriamente a repentaglio le attività imprenditoriali ed agricole un po’ ovunque, da Ponticchio-Grottaglie a Baccelli, da Coltodino a Prime Case, da Montegrottone a Canneto ecc.

Noi siamo un gruppo di cittadini che fino all’altro giorno neanche si conoscevano, di ogni estrazione, dalle storie e dalle idee diverse, ma che si sono ritrovati insieme, e che si sono costituiti in Comitato, per intraprendere e cercare di vincere una battaglia che ci deve trovare tutti uniti per difendere la nostra terra, i nostri investimenti e il nostro futuro, contro un’opera che risulta essere puramente distruttiva. Al già gravissimo danno si aggiunge la beffa: l’opera non prevede, né consentirà in futuro, la realizzazione di stazioni intermedie, né sul nostro territorio, né altrove. Un’opera quindi di circa 350 milioni di euro, frutto delle fatiche di tutti i cittadini, che, per come è stata progettata, risulta essere di nessuna utilità pubblica. Richiediamo quindi che venga rifatto da capo il progetto di questa ferrovia, negli interessi non solo dei residenti di Fara in Sabina, ma di tutti i cittadini Rieti e della provincia, oltre che di tutti i contribuenti.

Questi sono solo alcuni dettagli di un’opera sciagurata, che è destinata – ci preme ribadirlo e sottolinearlo – a non raggiungere il capoluogo Rieti, e che non è quindi affatto di pubblica utilità, mentre pare rispondere evidentemente a interessi privati legati alle lobby politico-affaristiche del cemento, delle perforazioni e delle speculazioni edilizie.

Cari Reatini, la provincia di Rieti è pronta a dar vita all’ennesimo scempio che ucciderà per sempre ogni ambizione di sviluppo della nostra terra. Evidentemente “paga” molto di più far avanzare il degrado della periferia romana nel nostro territorio piuttosto che spendere bene i nostri soldi in qualcosa di utile e che funzioni, e migliorando innanzi tutto quello che abbiamo. Che fine ha fatto il raddoppio della Salaria? E perché, intanto, non ripristinare da subito la Freccia del Gran Sasso, cioè il diretto Rieti-Terni-Orte-Roma Tiburtina-Roma Termini in grado di portare i Reatini, senza alcun lavoro infrastrutturale e a costi risibili, nel cuore di Roma in un’ora e mezza?

Chiediamo quindi a tutti i cittadini di ribellarsi a questo ennesimo scempio, all’ennesimo inganno che puzza molto di bruciato. Noi siamo già diverse centinaia ad aver firmato un ricorso al TAR che stiamo portando avanti autonomamente, con la fragorosa assenza a fianco a noi delle istituzioni e di tutte quelle realtà in qualche modo legate ai partiti, con la sola meritoria eccezione del sindaco Leggio, che continua ad opporsi a questa follia. Per unirsi a noi serve veramente poco, è sufficiente amare la nostra terra ed essere disposti a difenderla da quello che pare essere un attacco dissennato e distruttivo all’ultimo ambiente ancora incontaminato alle porte di Roma. Lo si fa con una firma, affinché la storia per una volta non si ripeta. Noi siamo qui, con voi.

Fara in Sabina 17 marzo 2006

IL COMITATO NUOVO TRACCIATO
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DOMENICA SI FIRMA PER IL RICORSO E SI RACCOLGONO I FONDI

Domenica 12 marzo, alle ore 10.30, presso la Sala 3M di Passo Corese, continua la raccolta delle adesioni al ricorso al TAR promosso dal Comitato Nuovo Tracciato contro l’attuale tracciato della ferrovia Passo Corese – Osteria Nuova. Con l’occasione si darà inizio alla raccolta dei fondi necessari per coprire i costi del ricorso. Si invitano tutti i cittadini a partecipare e contribuire.

A TUTTE LE ASSOCIAZIONI DI FARA IN SABINA DA PARTE DEL COMITATO NUOVO TRACCIATO

Spettabili Associazioni di Fara in Sabina,

come saprete il nostro territorio comunale è interessato dall’attraversamento di una ferrovia. In fase preliminare tale opera doveva essere la Rieti-Roma, mentre in fase esecutiva il progetto ha riservato tutti i soldi previsti per la Rieti-Roma (49 km) per il solo tratto Passo Corese-Osteria Nuova (22 km). La società di progettazione Italferr non ha quindi più previsto il tratto ulteriore Osteria Nuova-Rieti, lasciando così il capoluogo senza ferrovia, e ha deciso che la costruzione inizi da Passo Corese e prosegua in direzione Osteria Nuova. Attualmente il progetto definitivo è stato approvato e sta per essere deliberato l’impegno di spesa, per cui siamo vicinissimi all’appalto e all’inizio dei lavori.

Oltre 200 proprietari di Fara in Sabina, a loro insaputa, hanno già subito vincoli sulle loro proprietà a causa di un piano degli espropri assai corposo, dovuto al fatto che il tracciato spezza in due l’area comunale e la zona più importante nella produzione dell’olio DOP sabino, dal momento che la ferrovia attraversa, oltre agli uliveti, territori già densamente abitati sfiorando di pochi metri le case, con attualmente presenti attività agrituristiche e imprenditoriali, luoghi di culto, siti archeologici e splendidi paesaggi.

Le aziende a cui verranno appaltati i lavori opereranno poi ulteriori espropri, che al momento non siamo neanche in grado di prevedere. Gli espropri già previsti rendono comunque già l’idea di quello che sta per accadere: 5.000 ulivi secolari verranno tagliati, alcune strade verranno trasformate, altre create esclusivamente per il passaggio di mezzi imponenti necessari alla realizzazione di ben 13 viadotti, molti dei quali alti oltre 30 metri e lunghi oltre 500 metri, per una lunghezza complessiva di oltre 5 km di viadotti. Verranno poi scavate 4 gallerie di cui una su Fonte Luna sopra Coltodino imponente, lunga 2,7 km, che richiederà anche parcheggi speciali e un eliporto per le eventuali emergenze. È certo che le gallerie sconvolgeranno completamente tutto il sistema idro-geologico comunale determinando la deviazione delle falde acquifere con conseguenze imprevedibili per tutti noi e con la certezza che moltissimi pozzi cesseranno di funzionare, e che sorgenti e ruscelli spariranno allo stesso modo.

Ci sarebbero tantissime altre cose da spiegarvi su questo nefasto progetto che distrugge completamente il nostro habitat così come lo conosciamo, compromettendo definitivamente ogni possibile sviluppo in ambito turistico, e che mette seriamente a repentaglio le attività imprenditoriali ed agricole un po’ ovunque, da Ponticchio-Grottaglie a Baccelli, da Coltodino a Prime Case, da Montegrottone a Canneto ecc.

Noi siamo un gruppo di cittadini che fino all’altro giorno neanche si conoscevano, di ogni estrazione, dalle storie e dalle idee diverse, ma che si sono ritrovati insieme, e che si sono costituiti in Comitato, per intraprendere e cercare di vincere una battaglia che ci deve trovare tutti uniti per difendere la nostra terra, i nostri investimenti e il nostro futuro, contro un’opera che per Fara in Sabina risulta essere puramente distruttiva. Al già gravissimo danno si aggiunge la beffa: l’opera non prevede, né consentirà in futuro, la realizzazione di stazioni intermedie né sul nostro territorio né altrove. Un’opera quindi di oltre 300 milioni di euro, frutto delle fatiche di tutti i cittadini, che, per come è stata progettata, risulta essere di nessuna utilità pubblica. Richiediamo quindi che venga rifatto da capo il progetto di questa ferrovia, negli interessi non solo dei residenti di Fara in Sabina, ma di tutti i cittadini della provincia di Rieti e di tutti i contribuenti.

Riteniamo che le Associazioni presenti nel territorio di Fara in Sabina, senza alcuna distinzione, siano da noi informate su ogni aspetto di questo problema affinché sappiano esattamente cosa sta per succedere e per permettere loro di avere gli strumenti idonei per decidere se e come impegnarsi in questa battaglia. Noi vi vogliamo al nostro fianco, al fianco dei comuni cittadini, per far sentire sempre di più la nostra voce e far valere i nostri diritti.

Vi invitiamo quindi domenica 5 marzo alle 10.30 a Passo Corese, alla Sala 3M di largo Giulio Cesare, per approfondire con voi tutte le questioni e richiedere il vostro appoggio.

Vi ringraziamo sin d’ora dell’attenzione che vorrete riservare a questo problema, che se non arginato è destinato a sconvolgere radicalmente e per sempre il nostro territorio, i nostri investimenti, la nostra vita.

Fara in Sabina 1 marzo 2006

IL COMITATO NUOVO TRACCIATO
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Tutti a firmare il ricorso al TAR

Domani sabato 18 febbraio alle ore 17.30, a Passo Corese, presso la sala 3M di largo Giulio Cesare, verranno raccolte le adesioni per il ricorso colletivo al TAR contro la costruzione della ferrovia secondo l’attuale tracciato, dagli effetti catastrofici per il territorio di Fara in Sabina e per il futuro di Rieti e provincia.

Facciamo appello a tutti i cittadini, e a tutti coloro che hanno a cuore i destini della Sabina, di partecipare numerosi, spargendo la voce e sollecitando tutta la cittadinanza ad unirsi a noi. È il momento cruciale, non mancare!

COMUNICATO STAMPA: PROPOSTA DEL COMITATO NUOVO TRACCIATO

Il Comitato Nuovo Tracciato, avendo a cuore lo sviluppo del territorio della provincia di Rieti, rivolge a tutti i cittadini, a tutte le associazioni, enti e amministrazioni della Provincia la seguente proposta per risolvere immediatamente gli annosi problemi ferroviari.

Il Comitato Nuovo Tracciato, premesso che:

ribadisce con forza e determinazione che venga bloccato il tracciato attualmente previsto Passo Corese-Osteria Nuova in quanto:

è devastante per il territorio di Fara in Sabina, che viene spaccato a metà sfregiando aziende agricole familiari, floridi uliveti, terreni coltivati, aree archeologiche, luoghi di culto, passando a pochi metri da innumerevoli costruzioni ed abitazioni, per alcune delle quali è previsto addirittura l’abbattimento;

è pericolosissimo per il futuro di Rieti, dal momento che, non essendo previsto – neanche come progetto definitivo – il tratto Osteria Nuova-Rieti, è molto probabile che il capoluogo non sia mai raggiunto dall’opera;

è eccessivamente costoso rispetto alla sua lunghezza e alla sua consistenza (binario unico, treni metropolitani eccessivamente lenti, impossibilità di arrivare a Roma Termini);

richiede tempi di realizzazione troppo lunghi (decenni), dal momento che la gran parte del tracciato è su cavalcavia e gallerie, con il rischio serio – anche dovuto al fatto che non ci sono garanzie sulla disponibilità finanziaria – che l’opera rimanga incompleta;

propone quindi:

l’istituzione immediata del servizio L’Aquila-Rieti-Terni-Orte-Roma Tiburtina-Roma Termini sfruttando l’infrastruttura esistente, che è in grado di portare subito i reatini nel cuore di Roma in un’ora e venti minuti circa, oltre a migliorare anche i collegamenti strategici con Perugia, Firenze, Bologna, Milano, Ancona, Viterbo, L’Aquila;

la stipula di un accordo tra Lazio e Umbria, già in essere in altre regioni italiani, per permettere l’accesso alle tariffe interregionali, uniformando così il prezzo del viaggio in treno per Roma con quello del viaggio in autobus;

l’istituzione di alcune corse no stop Fara in Sabina – Roma Tiburtina con tempo di percorrenza di 20 minuti;

l’istituzione di una navetta Osteria Nuova – Stazione Fara in Sabina, che gioverebbe tra l’altro del prolungamento dell’A4dir fino a Borgo Santa Maria con rampe di discesa verso la stazione di Fara, opera già prevista e in via di realizzazione;

– che venga data priorità sui futuri investimenti al tratto ferroviario Antrodoco-Amatrice-Porto d’Ascoli, fondamentale per il completamento della Tirreno-Adriatica e per la riarmonizzazione di tutta la provincia di Rieti, che vede sempre troppo escluse le aree della Valle del Velino e l’Alta Valle del Tronto;

e dichiara

di essere disponibile a discutere la progettazione di un nuovo tracciato Rieti-Roma, a patto che:

alla definizione del tracciato partecipino le amministrazioni coinvolte dal passaggio della ferrovia, insieme a rappresentanti dei cittadini e dei consumatori;

sia decisamente più conveniente nei tempi di percorrenza verso la capitale rispetto al servizio diretto L’Aquila-Rieti-Terni-Orte-Roma;

sia un’opera realizzabile in due o tre anni, con conseguente basso costo e basso impatto ambientale;

abbia caratteristiche tali da incidere sullo sviluppo turistico della provincia di Rieti attraverso l’individuazione di stazioni intermedie strategiche;

non determini il depotenziamento della tratta L’Aquila-Rieti-Terni-Orte-Roma, che andrebbe anzi nel tempo valorizzata e potenziata, dal momento che rappresenta la base strategica per uscire dall’isolamento

Pensiamo che la presente proposta dia una immediata ed efficace risposta all’isolamento di Rieti e provincia e al suo possibile sviluppo sulle grandi direttrici, conservando le caratteristiche ambientali, storiche e paesaggistiche alla base della vocazione turistica che tutti le riconoscono.

Con la sola volontà politica – e senza alcun investimento infrastrutturale – questa soluzione può essere attuata in pochi mesi da oggi (ad esempio potrebbe essere operativa per giugno 2006, dando impulso al turismo estivo), non distrugge nulla e rivaluta il patrimonio attuale, oltre ad essere conveniente nei tempi necessari per raggiungere il centro di Roma.

DIAMO AI CITTADINI UN TRENO CERTO ED EFFICIENTE SUBITO, PIUTTOSTO CHE UNA FERROVIA INEFFICIENTE ED INCERTA CHISSÀ QUANDO!

Fara in Sabina, 16 febbraio 2006

Il Comitato Nuovo Tracciato
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Commissione rinviata… e allora tutti in Commissione!

La riunione della Commissione è stata rinviata a lunedì 6 febbraio presso la Sala 3M di Passo Corese alle ore 18.00. Si fa appello a tutta la cittadinanza di partecipare per premere affinché i nostri rappresentanti si schierino all’unanimità in Consiglio comunale, previsto per il giorno dopo, nel bocciare inequivocabilmente il progetto della ferrovia. Purtroppo lo scenario è ancora ambiguo e mancano pochissimi giorni alla Conferenza dei servizi prevista per il 9 febbraio.

Il Comitato ritiene che le cose fatte e dette sino ad ora da tutta la classe politica provinciale e regionale sia assolutamente insoddisfacente e allarmante, motivo per il quale si ritiene di alzare la guarda e di predisporsi alla mobilitazione. Appuntamento tutti quindi alle 18.00 di lunedì a Passo Corese. La lotta prosegue.

FERROVIA RIETI – PASSO CORESE: LETTERA APERTA DEL COMITATO DEI CITTADINI ALLE ISTITUZIONI ASSENTI

Il Comitato, in vista della determinante scadenza del 9 febbraio rappresentata dalla Conferenza dei servizi – dove siederanno allo stesso tavolo Regione, Provincia, Comuni e Ferrovie per decidere il destino del nostro territorio – chiede alle istituzioni fino ad oggi silenziose di pronunciarsi urgentemente e inequivocabilmente, e ben prima di tale data, sul devastante progetto di Italferr relativo al collegamento ferroviario Passo Corese – Osteria Nuova.

Chiede pertanto che il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo si pronunci sul progetto di tracciato e, avendone i poteri, sospenda conseguentemente l’iter dell’opera. Inoltre, in riferimento a quanto enunciato nel suo programma elettorale, incentrato sulla “cura del ferro”, e cioè che “occorre orientare al trasporto pubblico di livello regionale le tratte ferroviarie esistenti, da ammodernare e potenziare” e “avviare inoltre la realizzazione del corridoio ferroviario Tirreno-Adriatico che costituisce una infrastruttura importante sul piano regionale, nazionale ed internazionale”, i cittadini si interrogano su quale compatibilità possa mai esistere tra le parole di Marrazzo e questo sciagurato progetto dell’Italferr.

Chiede inoltre che il Presidente della Provincia di Rieti Fabio Melilli renda finalmente noto ai cittadini la posizione che la stessa Provincia terrà sul tavolo della Conferenza dei servizi: si schiererà contro o addirittura a favore di questo tracciato? I cittadini sono preoccupati che una istituzione chiave per il futuro del proprio territorio non si sia ancora espressa apertamente e chiaramente sulla vicenda con un secco e deciso “no”.

Chiede infine coerenza al senatore Cicolani che, ricordiamo, ha promesso durante l’assemblea dei cittadini del 14 gennaio, “un incontro tra il Ministro Lunardi, le Ferrovie e il Comitato”, promessa rimasta vana.

I cittadini rimangono attenti e partecipi allo svolgersi e all’evolversi della situazione, evitando di abbassare la guardia e facendo sentire la propria voce sul sito www.ferroviarietipassocorese.paolocampanelli.com. La mobilitazione prosegue.

Il Comitato Nuovo Tracciato

Organi di informazione in rassegna

Sono attive le due nuove sezioni “Rassegna stampa” e “Video“, contenenti una parte di quanto scritto dalla stampa e il filmato del TG3 nazionale del 14 gennaio.

Invitiamo i cittadini a collaborare facendoci pervenire altro materiale, in particolar modo registrazioni di servizi o programmi in tema ferrovia dell’emittente TV reatina RTR, di cui qui a Fara non se ne capta il segnale.

Prossimi appuntamenti

Nel pomeriggio di martedì 31 gennaio, a Passo Corese, verrà convocata la Commisione alla presenza dei rappresentanti il Comitato. La Commissione ha il compito di dare il parere sulla delibera che verrà portata a Fara in Consiglio comunale il 7 febbraio alle 15.30 (come di rito l’inizio effettivo è previsto alle 16.30). Tale delibera, che dovrebbe essere votata all’unanimità, esprimerà parere negativo sul progetto.

Successivamente, il 9 febbraio, il Comune di Fara in Sabina porterà tale delibera alla Conferenza dei Servizi alla presenza dei vari enti interessati dall’opera. In tale Conferenza ci auspichiamo, in particolare, che la Regione Lazio, la Soprintendenza e la Provincia di Rieti si pronuncino per un secco “no” alla realizzazione di questo nefasto tracciato ferroviario.

Tutti i cittadini sono invitati a partecipare al Consiglio comunale del 7 febbraio per sostenere la delibera. Spargete la voce e accorrete numerosi.