Comitato Nuovo Tracciato

per la modifica del progetto ferroviario Rieti – Passo Corese

Corriere di Rieti del 20 febbraio

Il primo progetto di ferrovia Rieti-Roma risale al 1846, ma fu con la modernizzazione autoritaria del Duce, che sembrava fatta.
Era il 1931, stavano per partire i lavori, quando il “povero” Mussolini dovette arrendersi ai reatini che si rifiutavano di “essere chiusi in un cerchio di ferro”.
Ora, dicono che l’opera si farà, grazie ad una legge “speciale” che semplifica le procedure e dà licenza di ignorare ogni tutela e cautela, economica, ambientale e quant’altro: la legge Obiettivo.
Nata nel 2001 per l’avvio di “infrastrutture strategiche”, la legge, secondo molti esperti, ha il difetto di rispondere più a ragioni “politiche” che strategiche.
Poco importa se le infrastrutture siano davvero necessarie all’interesse nazionale, o quanto costeranno, conta che portino voti a chi riesce ad infilarle nel programma, “prenotarle”, “prometterle”: “attivarle”, “cantierizzarle”. Quanto dureranno, dove si troveranno i soldi per completarle e cosa ne pensano i cittadini è questione irrilevante.
Non lo pensano quanti si sono riuniti in un Comitato, non convinti da un progetto varato nelle condizioni sopra esposte.
Per cominciare va detto che tutti, ma proprio tutti, ambientalisti compresi, vogliono la ferrovia Rieti-Passo Corese.
Ma tutti, proprio tutti, sottoscritta compresa, vorrebbero non essere espropriati dal diritto di conoscere le ragioni per cui è stato scelto un progetto che prevede un tracciato che raddoppia i costi stanziati dal Cipe, l’organismo che assegna i finanziamenti; che devasta il territorio con gallerie che prosciugano le falde acquifere e danneggiano l’ecosistema e con cavalcavia che distruggono un paesaggio di storica bellezza per rara fertilità.
Soprattutto, vorrebbero conoscere come mai il Cipe ha finanziato la ferrovia Rieti-Passo Corese, mentre l’italferr annuncia la realizzazione della tratta Passo Corese-Osteria nuova..
Cicolani e Rositani sono consapevoli dei danni che stanno procurando? Se il problema è l’esosità del progetto scelto, perché non sono intervenuti per trovarne uno alternativo, di reale fattibilità?
C’era. Era quello realizzato dall’Università Roma tre, su richiesta dell’assessore regionale Aracri, An, al professor Gabriele Bariletti.
Lo studio riprendeva il progetto del Fascismo, a detta di molti ancora valido per qualità, il tutto gratis e con una previsione di spesa al disotto di quanto assegnato dal Cipe.
Ad Aracri piaceva, ma venne sostituito da Storace con Gargano, sempre An, che non gli riservò nessuna attenzione (Bariletti) e gli preferì quello della società Italferr.
(Rositani lo ha definito “progetto da studentelli”, dando indirettamente dello sprovveduto al Duce, visto che “gli studentelli” hanno riproposto, solo attualizzandolo, quanto era stato approvato da Mussolini e riconoscendo all’Università un ruolo da istituto per geometri) .
E’ legittimo che i contribuenti si chiedano quali siano stati i criteri di scelta. Che vogliano fermare qualcosa che è passato sulla loro testa e che non ritengano rappresenti, nelle condizioni date, una priorità utile alla collettività.
Che pretendano una spiegazione sull’inversione dell’ordine delle presunte necessità dell’infrastruttura, da Rieti-Roma a Roma- Osteria Nuova.
Quanto guadagneranno pendolari e studenti reatini, in stress ed in tempo, con un servizio Cotral-ferrovia? Raddoppieranno solo disagi e disservizi. E a cosa servirà davvero un trenino lento e antiquato in era di alta velocità?
Ha ragione chi suggerisce di prendere più tempo e di avviare, intanto, il recupero della ferrovia Rieti-Terni e l’allargamento della Salaria.
Sarebbe opportuno, soprattutto, che finalmente si operasse in presenza di un piano di sviluppo complessivo e con meno estemporanei opportunismi
Per saperne di più basta ascoltare, oggi, alle 15.30, Mep radio. Parlerà un rappresentante del Comitato.

Rosella Vivio


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